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Fontana Pretoria Palermo: una bellezza monumentale

Fontana Pretoria Palermo: il monumento si trova nell’omonima piazza che è anche sede del comune di Palermo.
La piazza fu ingrandita nella seconda meta del XVI secolo per permettere la collocazione della fontana. Assunse carattere monumentale con l’edificazione della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria.

Fontana Pretoria Palermo: la storia della piazza

Nel 1600 la piazza fu abilitata a permettere l’attraversamento di via Maqueda. Nel 1860 l’abbassamento del livello di via Maqueda ruppe la continuità del piano.

Sul lato settentrionale si trova palazzo Guccino, in seguito Chiaramonte di Bordonaro, risalente al seicento; l’attuale attico è il risultato della trasformazione, avvenuta dopo il 1866, della loggia del monastero della Chiesa della Martorana.

Nel lato settentrionale della piazza troviamo anche palazzo Gastone, divenuto in seguito Lo Faso di Serradifalco e successivamente Bonocore.

La Fontana fu realizzata a Firenze nel 1554 per il giardino di Don Luigi alvarez di Toledo, dallo scultore fiorentino Francesco Camilliani. Nel 1573 a causa di problemi economici, Don Luigi tramite il fratello Garcia Alvarez, dovette vendere la fontana al Senato di Palermo che la acquistò per 30 mila scudi.

Fontana Pretoria Palermo: i 644 pezzi marmorei

Nel 1574, i 644 pezzi marmorei giunsero a Palermo e Camillo Camilliani, figlio di Francesco Camilliani, giunse con essi per sistemarli. Si rese indispensabile modificare la struttura della piazza per permettere la sistemazione della fontana. Nel 1581, con l’aiuto di Michelangelo Naccherino e in parte dal celebre frate Angelo Montersoli, la fontana venne finalmente montata.

I palermitani ebbero così un prodigioso monumento nel cuore della città. Il poeta Antonio Veneziano scrisse, in latino e in volgare, ispirati distici per ognuna delle statue. La fontana ha subito nel corso dei secoli ripuliture e restauri. Nel 1858 fu inserita una cancellata disegnata da Giovan Battista Filippo Basile.

Durante un’incursione aerea, nella notte tra il 29 e il 30 giugno del 1943, le statue e le gradinate della fontana subirono diversi danni. Nel 1998 fu dunque intrapresa un’opera di restauro che terminò nel 2003. A dicembre dello stesso anno fu riattivato il sistema idrico. I restauri sono oggi ancora evidenti a causa del colore più chiaro nelle diverse aree d’intervento.

L’acqua versata dal vezzoso Puttino trabocca di vasca in vasca raccogliendosi in quella più bassa. Nei quattro accessi si trovano robuste figure, sulle balaustre interne sono collocate figure allegoriche e divinità pagane, trionfanti nelle loro vezzose nudità.

Cavalli marini, arpie, sirene, geni alati, delfini e putti reggono le vaschette centrali. Nella vasca più bassa l’acqua zampilla da strane teste di mostri animaleschi e da quattro statue giacenti di fiumi, fiancheggiate ciascuna da una nereide e da un tritone.