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Palazzo Guglielmo Ajutamicristo

Attraversando la storica via Garibaldi partendo da piazza Fiera Vecchia detta anche piazza della rivoluzione, dove si erge al centro della piazza una fontana con sopra una roccia uno dei geni di Palermo, sul lato sinistro s’incontra il palazzo Ajutamicristo, il più nobile dei palazzi nobiliari di Palermo. Fu edificato per volontà del magnifico Guglielmo Ajutamicristo barone di Misilmeri e Calatafimmi, nell’anno 1490 dall’architetto Matteo Carnalivari, i lavori furono conclusi nell’anno 1495.

Un’idea della straordinaria magnificenza che doveva avere il palazzo, si osserva dalla grandiosa porta dove si trova lo stemma del fondatore e inoltre sulle vestigie delle finestre del primo piano. Il barone Aiutamicristo volle questa residenza nobiliare oltre il castello, da lui posseduti in Misilmeri per facilitare il commercio cerealico.

Data la grandiosità dell’opera monumentale e lussuosa, fu meta di illustri ospiti, tra cui l’imperatore Carlo V nel 1535 dopo la vittoria di Tunisia (1525), Don Giovanni D’Austria nel 1576 vincitore della battaglia di Lepanto (1574), che assistette ad una grande festa in suo onore a ricordo di tale evento fu aggiunta una grande sala con affresco nella volta che raffigura “L’Apoteosi” (La gloria del principe virtuoso), dipinto dalla mano di Giuseppe Crestadoro (1711-1808).

Altri ospiti famosi furono Muley Hassan re di Tunisia e Giovanna Di Napoli. Fu sede dell’accademia dei cavalieri fondata nel 1567 dal vicerè Don Garcia di Toledo e in seguito l’accademia degli accesi istutita dal vicerè Marchese di Pescara. Nel 1558 appartenne ai Moncada di Paternò che aggiunsero un magnifico giardino. In esso si trovava la fontana del Cavallo Marino dello scultore Ignazio Marabitti, che attualmente dimora a Porta Felice nella piazza Santo Spirito.

All’interno del palazzo si trovano le seguenti opere, Busto del pretore Pietro Speciale, busto dell’imperatore Carlo V, monumento commemorativo del giurò consulto Carlo Di Napoli, Busto di Giovanni Meli, lastra tombale raffigurante una badessa, stele mellerio di Antonio Canova. Una parte del palazzo una volta appartenente ai Tasca oggi appartiene alla regione siciliana dove si trova una collezione lapidea di opere dei seguenti artisti, Domenico Gagini, Ignazio Marabitti, Antonio Canova, e nelle sale espositive, la collezione di carrozze di Martorana Genuardi. Oggi una parte del palazzo e proprietà dei baroni Cefalati di
Canalotti che dimorano al piano nobile con la loggia.